Nel 1957 la RAI decise di iniziare a trasmettere messaggi pubblicitari, e per questa innovazione, applicando una legge in vigore all'epoca, sembrò necessario sviluppare un apposito format televisivo. Nacque così il Carosello!
La sigla iniziale, prodotta dalla Incom, fu ideata e diretta da Luciano Emmer e Cesare Taurelli.
Il tutto venne girato in una notte, visto che si andava in onda la sera dopo.
Ogni sketch era seguito da una situazione o frase (link) che faceva da tramite con l'annuncio pubblicitario finale, il cosiddetto codino dove veniva evidenziato il prodotto, destando spesso perplessità tra il pubblico per la scarsa pertinenza con lo sketch.
Gli abbonati RAI al 31 dicembre 1956 sono 366.161. Carosello incassa 1.639.302.039 lire. Per la radio, invece, ben 5 miliardi. Tutte le scenette dovevano essere in bianco e nero e in supporto 35 mm. Le ditte mandavano i film in 35 mm alla Sacis, che li univa in un unico programma.
Nel 1961 l'ascolto di Carosello, nonostante la nascita di altri programmi di intrattenimento, era di 7 milioni e 800 mila spettatori.
Nel 1963 la vecchia sigla fu cambiata con disegni eseguiti a tempera da Manfredo Manfredi, raffiguranti quattro celebri piazze di città italiane: Venezia, Siena, Napoli e Roma. L'ascolto era di 8 milioni e 200 mila.
Nel 1969, unico caso della sua ventennale storia, "Carosello" fu sospeso tre giorni per la strage di Piazza Fontana.
Il 5 settembre del 1971 una selezione di "Carosello" fu presentata al Museo d'arte moderna di New York.
Intanto, però, divenne sempre più corto: nel 1974 ogni scenetta durava un minuto e quaranta secondi, mentre il costo per farlo andava dai 3 ai 5 milioni.
Carosello ebbe un ruolo molto importante nella storia dell'Italia di quegli anni. Con Carosello entrò nell'uso comune un monito per i bambini:
"Tutti a nanna dopo Carosello".